Con la partecipazione dei seguenti artisti:
Anwar Sonya, Hassan Meer, Budoor Al Riyami, Radhika Khimji, Raiya Al Rawahi
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La mostra inaugurale riunisce l’opera di tre generazioni di artisti omaniti il cui lavoro abbraccia cinque decenni dell’arte visiva moderna e contemporanea dell’Oman. Esplorando il dialogo dinamico e intergenerazionale del movimento artistico in Oman degli ultimi cinquant’anni, la mostra multimediale metterà in luce l’ampiezza della storia culturale dell’Oman e l’unicità delle sue tradizioni nell’ambito delle arti visive su scala internazionale. La partecipazione del Sultanato alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, unitamente a una serie di programmi nazionali, è mirata a permettere alla cultura omanita di lasciare il segno sulla scena mondiale e locale.
Gli artisti invitati rappresentano un filo ininterrotto dell’influenza sull’arte omanita in un arco di tempo compreso tra gli ultimi cinquanta anni fino ai giorni nostri. Tra questi troviamo: Anwar Sonya, pioniere dell’arte moderna omanita dagli anni Settanta, co-fondatore dello Youth Studio, un’importante istituzione didattica; Hassan Meer, artista e fondatore del movimento artistico sperimentale The Circle Group, le cui mostre a partire dalla fine degli anni Novanta hanno ricevuto attenzione a livello internazionale e ispirato un’intera generazione di artisti; Budoor Al Riyami, allieva di Sonya e coetanea di Hassan Meer, il cui lavoro gravita attualmente attorno alla fotografia e alle video installazioni; Radhika Khimji, ‘artista di fama internazionale che si interessa di tessuti, costruzione e racconti personali, che ha fatto parte del Circle Group, e Raiya Al Rawahi, curatrice e artista di punta della giovane generazione, scomparsa nel 2017 a soli trent’anni.
In occasione della partecipazione del Sultanato dell’Oman alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, il Ministero della Cultura, dello Sport e della Gioventù di Mascate lancerà un programma didattico, formativo e di sviluppo delle competenze rivolto alla comunità omanita locale, incluso il Programma di Borse di Studio a Venezia destinato a giovani omaniti dai diciotto anni in su, una serie di conferenze ed eventi su scala nazionale unitamente a pubblicazioni intese a documentare la storia dell’arte visiva omanita. Al termine della Biennale Arte 2022, la mostra e gli artisti selezionati parteciperanno a un tour in Oman inteso a sostenere le comunità locali, al fine di suscitare il loro interesse e coinvolgimento nei confronti dell’arte visiva e a promuovere la creatività locale sostenendone lo sviluppo futuro.
Sua Altezza Sayyid Theyazin bin Haitham Al Said, Ministro della Cultura, dello Sport e della Gioventù, ha affermato che: “La 59. Esposizione Internazionale d’Arte della La Biennale di Venezia rappresenta una piattaforma globale unica nel suo genere, che consentirà all’Oman di presentare i propri artisti visivi contemporanei e di avviare un dialogo mondiale con gli altri padiglioni attraverso una vetrina dell’eccellenza omanita. Questa partecipazione epocale dimostra l’importanza che il Ministero della Cultura, dello Sport e della Gioventù attribuisce alle arti visive. Fin dal principio, questa iniziativa ha beneficiato del sostegno di Sua Maestà il Sultano Haithum Al Said e della sua sapiente leadership.”
Sua Eccellenza Sayyid Saeed, Commissario, Ministro della Cultura, dello Sport e della Gioventù afferma: “Siamo onorati di avere l’opportunità di presentare per la prima volta tutti coloro che saranno presenti a Venezia, i nostri artisti e la storia della nostra creatività. Siamo orgogliosi delle tre generazioni di artisti omaniti la cui opera sarà in mostra, artisti la cui straordinaria prospettiva cattura una ricca istantanea dell’Oman odierno.”
La dottoressa Aisha Stoby, Curatrice della sezione omanita, racconta: “Ognuno dei cinque artisti scelti per rappresentare l’Oman alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della La Biennale di Venezia ha dato un significativo contributo alla propria comunità promuovendo il movimento dell’arte contemporanea nell’Oman degli ultimi cinquant’anni, rappresentando anche una fonte d’ispirazione per le nuove generazioni. Riteniamo che la loro partecipazione a Venezia e il tour che seguirà in Oman, grazie alle opportunità che offrirà alle nuove generazioni di esplorare il vasto mondo dell’arte contemporanea a Venezia, avrà un ruolo importante nello sviluppo dell’Oman e del futuro dell’arte contemporanea omanita.”
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Note per i Redattori:
Breve panoramica dell’Oman
Il Sultanato dell’Oman è situato sulla costa sud-orientale della Penisola Araba. Un tempo impero marittimo, l’Oman è il più antico Stato del mondo arabo ad avere conservato ininterrottamente la propria indipendenza ed è governato dal Sultano dell’Oman, Haitham bin Tariq Al Said. Celebre per il suo antico e ricco patrimonio, unitamente a una serie di luoghi riconosciuti come patrimonio mondiale dell’umanità risalenti a 3000 anni fa, la scena artistica moderna e contemporanea omanita è fiorita nel corso degli ultimi cinquanta anni. Fin dai primi anni Sessanta, gli investimenti a favore delle infrastrutture culturali del Paese hanno portato a decretare le discipline artistiche come materia obbligatoria di studio, promosso l’implementazione di programmi universitari dedicati alle arti visive, la creazione di gallerie d’arte e accademie di belle arti nelle principali città come Mascate e Salalah, nonché l’avvio di programmi di scambio internazionale in collaborazione con organizzazioni governative come il British Council. Oggi l’Oman è un fiorente centro dell’arte medio-orientale, costellato di gallerie di prim’ordine che non solo rappresentano gli artisti omaniti contemporanei di spicco ma richiamano artisti di fama internazionale nel Sultanato. L’Oman ospita tra gli altri la Royal Opera House di Mascate, e il National Museum, una vetrina del patrimonio culturale del Sultanato dai tempi delle prime testimonianze degli insediamenti umani sulla Penisola Omanita fino ai giorni nostri.
Profilo della Curatrice, Dott.ssa Aisha Stoby
La dottoressa Aisha Stoby è curatrice e organizzatrice del padiglione del Sultanato dell’Oman alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Storica dell’arte e curatrice, ha conseguito il suo dottorato di ricerca, “Modern Art Movements in Oman, Kuwait, Bahrain, Qatar, The United Arab Emirates and Saudi Arabia (1940 – 2007)” alla School of Oriental and African Studies (SOAS) della University of London. Prima di allora, si è laureata al Royal College of Art di Londra, specializzandosi nella Curatela dell’Arte Contemporanea ed è anche titolare di una laurea triennale in Storia dell’Arte e Archeologia conseguita presso la SOAS. I suoi recenti progetti curatoriali includono “Khaleej Modern”, una rassegna storica sull’arte moderna incentrata sulla regione del Golfo, che si terrà alla New York University di Abu Dhabi nel 2022 insieme alla pubblicazione del suo volume sull’arte moderna locale. La dottoressa Stoby ha curato una serie di mostre, pubblicato e tenuto numerose conferenze sul tema dell’arte moderna, con particolare attenzione all’arte moderna dell’Oman e del Medio Oriente. Collettivamente, la dottoressa Stoby, Sonya, Meer, Riyami, Khimji e Rawahi testimoniano la loro straordinaria capacità di promuovere l’importante presenza dell’Oman all’interno di questa prestigiosa piattaforma artistica globale.
Profilo degli Artisti
Anwar Sonya
Anwar Sonya è stato un pioniere dell’arte moderna omanita fin dagli anni Settanta e co-fondatore dello Youth Studio, un’importante istituzione didattica per molti artisti omaniti. Principalmente ispirato al patrimonio omanita, l’artista ritrae i paesaggi omaniti, le donne beduine e una vasta gamma di soggetti spirituali supportato dalla sua visione contemporanea. La sua spinta come artista deriva dalla ricca storia del suo Paese ed è famoso per aver detto: “Il passato è importante per costruire la propria identità e plasmare il futuro”. Lo stile iconico realista che sottende la sua arte si è sviluppato nel corso degli ultimi sei decenni, traendo ispirazione dal paesaggio e da alcune scene di vita quotidiana tipiche dell’Oman. Anwar Sonya è stato insignito di numerosi premi nel Sultanato dell’Oman, incluso il premio del Gulf Co-operation Council (GCC) ottenuto quest’anno per il contributo locale alla creatività, il premio conferitogli nel 1993 da Sua Maestà per il servizio civile e il premio come migliore artista degli Emirati Arabi per la sua partecipazione su scala internazionale. Creatore di una serie di opere sperimentali in collaborazione con il Circle Group – un collettivo pioneristico di media art creato da Hassan Meer – continua a dipingere i suoi distintivi paesaggi omaniti e a realizzare ritratti. Dal momento che la maggior parte dei giovani artisti omaniti risentono della sua influenza e del suo metodo pittorico, Sonya assurge al ruolo di artista di spicco del Sultanato dell’Oman, conquistandosi la reputazione di “Padrino” dell’arte moderna, sia a Mascate che nel resto della regione. Incredibile sostenitore del movimento artistico locale, gode di profondo rispetto nei Paesi vicini.
Hassan Meer
Hassan Meer ha ottenuto svariati premi ed è uno degli artisti omaniti più famosi sulla scena internazionale. Cresciuto a Mascate, ha conseguito la laurea triennale e magistrale in Belle Arti presso il Savannah College of Art and Design, Georgia, USA. Durante gli anni trascorsi all’estero, ha iniziato a cimentarsi nella pittura e nella video art. È uno degli artisti ai quali Anwar Sonya ha fatto da mentore durante la formazione allo Youth Studio. Tornato a Mascate, insieme a un gruppo di coetanei pioneristici ha dato vita a un collettivo conosciuto come The Circle Group, organizzando la prima mostra del gruppo sul finire degli anni Novanta. L’edizione inaugurale, insieme a quelle successive di Circle, hanno mirato a promuovere le metodologie artistiche sperimentali in Oman. The Circle Group si è conquistato ampio seguito oltre i confini di Mascate, e oggi comprende artisti e collaboratori dislocati in varie zone del Golfo, Pakistan, Libano, Sudafrica, Austria, Giappone, Marocco e Germania. Lo scopo ultimo di Meer era di incanalare questa missione all’interno di uno spazio espositivo, obiettivo raggiunto con la nomina alla direzione della Stal Gallery di Mascate. Il corpus di opere di Meer, insieme al suo contributo alla scena artistica locale attraverso The Circle Group, l’ha portato a essere un pioniere regionale e un fondatore del movimento artistico concettuale e sperimentale locale. Famoso per le sue opere multimediali realizzate su vasta scala e presentate sia localmente che a livello internazionale, Meer si avvale spesso di video installazioni e fotografie sceniche incentrate su narrazioni locali ambientate all’interno della cornice storica omanita, con uno speciale interesse per la storia culturale e la spiritualità. Dal 2000 vanta numerose mostre monografiche e la partecipazione a mostre collettive tenutesi presso le seguenti istituzioni: Kunstmuseum di Bonn; Institut du Monde Arabe di Parigi; Mori Museum di Tokyo; Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek, Danimarca.
Budoor Riyami
Budoor Al Riyami è un’artista multi-mediale omanita. Dopo essersi laureata alla Sultan Qaboos University di Mascate, nel 2008 è stata insignita del Grand Prize in occasione della 13. Biennale d’Arte dell’Asia con un’opera innovativa: una video installazione intitolata The Peak of Burning, una delle pochissime opere in mostra a essersi avvalsa delle tecnologie moderne. Riyami ha anche partecipato alle mostre di The Circle Group nel 2005 e 2007. Attingendo a un’ampia gamma di mezzi espressivi come pittura e scultura, attualmente si sta dedicando alla fotografia e alle video installazioni. Anche Riyami è stata allieva di Sonya ed è coetanea di Hassan Meer. In passato hanno collaborato in diverse occasioni nell’ambito di mostre caratterizzate da potenziale immersivo e idonee a riempire spazi espositivi di tutte le dimensioni. Insieme hanno tutte le qualità per lasciare il segno a Venezia, inserendo l’Oman all’interno di una narrazione storica regionale e catturare visivamente il pubblico dell’arte
Radhika Khimji
Radhika Khimji è un’artista di fama internazionale che si interessa di tessuti, costruzione e racconti personali, la cui ispirazione prende le mosse dal suo Paese d’origine, l’Oman. La sua opera è spesso intrisa del paesaggio omanita, inclusa l’installazione Safe Landings al Barka Fort. Anche Khimji ha fatto parte del gruppo pioneristico The Circle Group a Mascate insieme ad artisti suoi coetanei. Dopo la laurea triennale in Belle Arti conseguita alla Slade School, ha conseguito una laurea triennale in Storia dell’Arte al University College London e un’ulteriore laurea triennale alla Royal Academy of Art. L’inimitabile commistione di media nell’opera della Khimji è stata in mostra sulla scena internazionale: l’artista ha partecipato ad alcune importanti mostre tenutesi all’estero, inclusa la Biennale di Marrakesh del 2015 in Marocco, e la Ghetto Biennale a Port Au Prince, Haiti. Tra le mostre monografiche ricordiamo Shift alla Galerie Krinzinger, Vienna, On the Cusp alla Stal Gallery, Mascate (Oman), Artefacts from Below, Project 88, Mumbai (India), Found Gesture al Katara Art Center, Doha (Qatar) ed Experimenter (India).
Raiya Rawahi
Se Sonya, Meer, Riyami e Khimji sono considerati la prima generazione di artisti omaniti, una delle esponenti di spicco della generazione attuale è stata l’artista di installazioni sonore Raiya Rawahi, un’autodidatta. Influenzata da una moltitudine di fonti che spaziavano dalla filosofia alla medicina, la sua installazione sonora del 2015 le valse il primo premio in occasione dell’inaugurazione del Stal Gallery Young Emerging Artist Prize. Rawahi descrisse la sua opera come “suoni e oggetti usati per rappresentare un percorso di indottrinazione allo scetticismo fino all’illuminazione”. L’opera di Raiya Rawahi consiste soprattutto nel documentare e ricollocare gli oggetti della quotidianità con l’accompagnamento di colonne sonore istintive. Il suo interesse è particolarmente focalizzato sulle disparità con le quali conviviamo, le tensioni e le serene armonie della nostra esistenza quotidiana. Curatrice e artista di punta della nuova generazione di artisti omaniti, Rawahi è scomparsa tragicamente nel 2018. Questa importante partecipazione alla Biennale di Venezia renderà omaggio ad alcune delle sue ultime opere.